Un anno e mezzo di pena supplementare per il giornalista Isa Saharkhiz: era prossimo al rilascio | Iran Human Rights

Un anno e mezzo di pena supplementare per il giornalista Isa Saharkhiz: era prossimo al rilascio

Isa Saharkhiz

Il giornalista Isa Saharkhiz, prigioniero politico dall’inizio del luglio 2009 (quando fu arrestato all’indomani delle contestate elezioni presidenziali del 12 giugno), ha quasi finito di scontare la sua pena a 3 anni di detenzione. Ma, proprio quando sembrava che il suo rilascio fosse imminente, lo ha raggiunto una nuova sentenza che lo condanna a un ulteriore anno e mezzo di pena.

La notizia è stata diffusa dal figlio del giornalista, Mehdi Saharkhiz, all’International Campaign for Human Rights in Iran. Egli ha aggiunto che la nuova accusa fa riferimento a fatti accaduti 11 anni fa, quando il padre era direttore di Economic News. Il caso sembra essere stato riaperto ora, e una sentenza di primo grado a 2 anni (pena sospesa) è stata ridotta in appello a un anno e mezzo, ma la pena deve essere scontata subito.

Isa Saharkhiz, che ha trascorso gran parte del suo periodo di detenzione nel carcere di Rajai Shahr (Karaj), ha già subito in prigione un attacco di cuore e dallo scorso di marzo è stato ricoverato in ospedale. Una commissione medica ha stabilito che il suo stato fisico è incompatibile con il carcere.

Mehdi Saharkhiz fa notare che secondo il codice penale della Repubblica islamica, un prigioniero può ottenere i benefici della libertà condizionale dopo che ha scontato almeno un terzo della pena, e che nel caso del padre, gravemente ammalato, da tempo il rilascio avrebbe dovuto essere concesso. Invece adesso si materializza lo spettro di un ulteriore prolungamento della pena.

Il figlio del giornalista ha anche raccontato che da quando il padre è in ospedale, non solo la famiglia deve pagare i costi del ricovero, ma anche quelli delle tre guardie che piantonano la stanza. Un totale di tre milioni di toman. “Il sistema carcerario – dice Mehdi Saharkhiz – non riesce a provvedere al mantenimento dei prigionieri e lo fa ricadere su loro stessi e sulle loro famiglie, obbligandoli a pagare per la loro stessa detenzione.”

Isa Saharkhiz, 59 anni, è un noto giornalista iraniano. Dal 1982 al 1992 ha lavorato per l’agenzia di stato IRNA, il cui ufficio newyorkese ha diretto per 5 anni. Sotto l’amministrazione Khatami ha presieduto la divisione stampa interna del Ministero della cultura e dell’educazione. E’ stato anche membro del consiglio direttivo dell’Associazione per la libertà di stampa.

Nell’estate 2009, nonostante fosse braccato dalle forze dell’ordine che lo cercavano per arrestarlo, si nascose per settimane nel nord del paese, continuando a scrivere per la rivista online Rooz articoli in cui esortava il candidato di opposizione alle presidenziali di giugno, Mir Hossein Mousavi, a farsi carico del suo ruolo di “presidente eletto” (al di là dei contestati risultati ufficiali) e a formare un governo ombra. Rintracciato e arrestato in modo brutale (subì numerose fratture alle costole durante la cattura), è stato poi condannato a 3 anni di carcere per “offese alla Guida suprema” e “propaganda contro il sistema”.

Nel luglio 2011 ha scritto dal carcere di Rajai Shahr una lettera ad Ahmed Shaheed, Relatore speciale dell’ONU sulla situazione dei diritti umani in Iran, esortandolo a indagare al più presto possibile sulle “catastrofiche” condizioni dei prigionieri politici in Iran.

 

Fonte: Radio Zamaneh

Iran Human Rights Italia Onlus è la sezione italiana di Iran Human Rights(IHR), organizzazione non governativa, apartitica e politicamente indipendente che ha sede a Oslo ed è attiva dal 2007.

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