Reporter senza frontiere: “Con 52 giornalisti e netizen in prigione, non si parli di elezioni libere in Iran” | Iran Human Rights

Reporter senza frontiere: “Con 52 giornalisti e netizen in prigione, non si parli di elezioni libere in Iran”

Reporter senza frontiere

Reporter senza frontiere condanna quella che definisce “la persecuzione continua contro gli operatori dei media e l’ulteriore escalation della censura“.

Di seguito il comunicato completo di RSF.

Ad appena sei settimane dalle elezioni presidenziali, il ministero della sicurezza sta convocando blogger e responsabili di testate per dar loro istruzioni su ciò di cui possono e non possono occuparsi. Allo stesso tempo, si sono intensificate le persecuzioni contro i collaboratori del sito Sufi Majzooban Nor.

Abdolghafor Ghalandarinejad, uno di  questi collaboratori, è stato arrestato da agenti del ministero della sicurezza nella sua casa nella città meridionale di Bandar Abbas il 20 aprile ed è stato accusato di avere scritto per il sito in questione, di propaganda anti-governativa e di “contatti con media stranieri”. E’ stato rilasciato il 29 aprile in libertà provvisoria, in attesa di processo.

Un altro collaboratore, Kasra Nouri, 22 anni, il 27 aprile scorso è stato condannato a Shiraz a 4 mesi di detenzione per avere rilasciato interviste a testate con sede all’estero. Era stato arrestato, sempre a Shiraz, il 14 marzo.

Il governo sta intensificando la persecuzione, che dura ormai da sei anni, contro i Dervisci Gonabadi, corrente iraniana del sufismo, e contro il loro sito web, che sta denunciando queste persecuzioni.

Molti dei collaboratori del sito sono già in carcere. Alireza Roshan, che era stato arrestato con Reza EntesariHamidreza Moradi e Mostafa Abdi nel corso di un’irruzione nel quartier generale di Teheran, l’8 settembre 2011, sta scontando una pena di 1 anno.

Afshin Karampour, che era stato arrestato a Konar, nella provincia sud-orientale di Fars, il 7 settembre 2011, è al momento rinchiuso nel carcere di Evin a Teheran. Salehdin Moradi, che era stato arrestato a Shiraz il 10 settembre 2011, si trova nella prigione di Adel Abad.

Quattro avvocati che rappresentano  i netizen sufi– Amir IslamiFarshid YadollahiMostafa Daneshjo e Omid Behrouzi – sono stati a loro volta messi in prigione.

Nel frattempo il sito web riformista, Kalemeh dà notizia che il ministero della sicurezza ha convocato i direttori dei principali quotidiani per dar loro ragguagli sulle “linee rosse e i divieti” a cui devono attenersi occupandosi delle elezioni presidenziali che si svolgeranno il 14 giugno.

Il direttore della sezione media del ministero ha loro chiarito che non saranno autorizzati a criticare l’andamento delle elezioni. Il ministero stesso e la Guardia rivoluzionaria controlleranno il loro comportamento e non tollereranno trasgressioni – è stato loro detto.

Intanto i sostenitori della Guida suprema, l’Ayatollah Ali Khamenei, sperano di guadagnare un vantaggio sui loro rivali politici, i sostenitori del presidente uscente Mahmoud Ahmadinejad, “autorizzando” la critica del governo Ahmadinejad. La lotta al potere tra le principali fazioni conservatrici si sta chiaramente facendo più dura nell’approssimarsi delle elezioni.

Mohammad Jafar Mohammadzadeh, vice-ministro dell’Ershad (ministero della cultura e guida islamica), ha detto il 29 aprile: “Bisogna fare attenzione per garantire che i media non pubblichino notizie negative o demoralizzanti sulla situazione economica.

Il regime vuole usare le elezioni presidenziali di giugno per rafforzare l’autorità della Guida suprema, che è stata pubblicamente messa in discussione da milioni di iraniani a partire dalla contestata rielezione di Ahamadinejad nel giugno 2009,” afferma Reporter senza frontiere.

Ma senza una stampa libera e con 52 giornalisti e netizen attualmente in prigione, non si può parlare di elezioni libere. Queste elezioni dovrebbero essere per l’Iran l’opportunità per porre fine alla crisi che ha paralizzato il paese, ma la Guida suprema e la Guardia rivoluzionaria stanno solo peggiorando le cose impedendo agli iraniani di compiere scelte libere e informate.”

Reporters senza frontiere ha nel frattempo appreso che  Ali Akbar Javanfekr, ex-direttore dell’agenzia di stato Irna, e lo scrittore ed importante economista Fariborz Rais Dana, sono stati entrambi rilasciati il 15 aprile scorso.

 

Fonte: Reporter Sans Frontières

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