L’attivista curdo Kaboudvand digiuna in prigione: chiede di visitare il figlio malato | Iran Human Rights

L’attivista curdo Kaboudvand digiuna in prigione: chiede di visitare il figlio malato

Mohammad Seddigh Kaboudvand

Mohammad Seddigh Kaboudvand, giornalista e attivista curdo per i diritti umani, prigioniero di coscienza nel carcere di Evin (Teheran), è in sciopero della fame dal 26 maggio scorso, per chiedere che gli venga rilasciato un permesso per visitare il figlio ammalato. La notizia è stata diffusa dalla moglie del detenuto, Parinaz Hosseini.

(Firma l’appello online di Amnesty International)

Kaboudvand, che è il segretario dell’Organizzazione del Kurdistan per i diritti umani (Rexistia Mafe Mirovan li Kurdistane, o RMMK) si trova nella sezione 350 di Evin ed era già stato in sciopero della fame a metà maggio, ma dopo pochi giorni un funzionario della procura di Teheran lo aveva avvicinato e lo aveva minacciato di spostarlo in isolamento,  al tempo stesso promettendogli che la sua richiesta di permesso sarebbe stata presa in seria considerazione. Perciò Kaboudvand aveva interrotto il suo digiuno aspettando la decisione della procura. (Fonte: Iran Human Rights Documentation Center).

Parinaz Hosseini ha raccontato che in seguito le autorità hanno chiesto a Kaboudvand, come condizione perché gli venisse concesso il permesso, di firmare una richiesta di perdono, cosa che lui si è rifiutato di fare, ritenendo di non avere commesso alcuna colpa.

Hosseini ha anche che aggiunto che suo marito soffre di problemi fisici e ha bisogno di sottoporsi ad un intervento chirurgico, ma che le autorità carcerarie rifiutano di fornirgli la necessaria assistenza medica.

“Mio figlio è affetto da una grave malattia – ha inoltre detto la moglie di Kaboudvand – e i medici sostengono che la presenza del padre potrebbe aumentare l’efficacia delle cure, perciò mi sto appellando alle autorità perché rispettino le loro stesse leggi e concedano a mio marito il concedo temporaneo che è nei diritti di ogni prigioniero iraniano.”

Mohammad Seddigh Kaboodvand fu arrestato il 1° luglio 2007 e accusato di “atti contro la sicurezza nazionale” per avere fondato l’organizzazione per i diritti umani di cui è segretario. Per quest’accusa è stato condannato a 10 anni di reclusione, mentre un ulteriore anno di carcere gli è stato comminato per “propaganda contro il sistema”.

Ha curato per due anni la pubblicazione del settimanale in curdo e in persiano Payam-e Mardom, proibito dal governo nel 2006.

 

Fonte: Radio Zamaneh

Iran Human Rights Italia Onlus è la sezione italiana di Iran Human Rights(IHR), organizzazione non governativa, apartitica e politicamente indipendente che ha sede a Oslo ed è attiva dal 2007.

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