La denuncia degli studenti iraniani: “Più di 1000 sospesi o espulsi dalle università tra il 2005 e il 2013″ | Iran Human Rights

La denuncia degli studenti iraniani: “Più di 1000 sospesi o espulsi dalle università tra il 2005 e il 2013″

La copertina del Rapporto sul diritto all’educazione

Il nuovo Rapporto sul diritto all’educazione, pubblicato sul sito Daneshjoo.com del movimento studentesco iraniano (e tradotto in inglese sul sito Persian2English), elenca una lunga serie di violazioni compiute dal regime iraniano contro gli studenti universitari. Sono oltre 1000, negli 8 anni di amministrazione di Mahmood Ahmadinejad (2005-2013) gli studenti che sono stati sospesi, segnalati o espulsi dalle università del paese in ragione della loro attività politica, della loro appartenenza ad organizzazioni studentesche non islamiche, o semplicemente della loro fede religiosa.

Il rapporto parte dalla considerazione che nel 1980, cioè pochi mesi dopo la cacciata dello Shah, una vera e propria rivoluzione culturale condusse all’islamizzazione delle università e all’eliminazione fisica di migliaia di studenti e docenti. La tendenza a reprimere il dissenso nelle università e ad epurare gli studenti “non allineati” è proseguita negli anni del mandato presidenziale di Ahmadinejad.

Il documento è suddiviso in tre parti.

NELLA PRIMA si elencano quali sono le istituzioni e le strutture che contribuiscono a violare il diritto allo studio dei giovani iraniani. La lista si apre con l’Organizzazione Nazionale di Verifica Didattica (ONVD – Sazman-e Sanjesh-e Amoozesh-e Keshvar) una struttura del Ministero per la scienza, la ricerca e la tecnologia che ha il compito esecutivo di vietare ai cittadini la possibilità di ricevere un’istruzione universitaria. Questa organizzazione ha impedito a studenti, che pure avevano superato i test di ammissione, di iscriversi all’università.  Al suo interno il Segretariato per la Valutazione degli Studenti ha avuto un ruolo centrale in questo genere di operazioni.

Nel 2013 la guida ufficiale per la partecipazione all’esame nazionale di accesso all’università, pubblicata dall’ONVD prevedeva come condizioni essenziali per l’ammissione “la fede islamica o la fede in una delle altre religioni riconosciute dalla Costituzione (Ebraismo, Cristianesimo, Zoroastrismo)” e la “mancanza di ostilità nei confronti del regime della Repubblica islamica“. Vietato, quindi “diffondere il materialismo e false religioni“.

Altro organismo centrale, nel sistema di persecuzione ed espulsione degli studenti dagli atenei, è il Consiglio Supremo per la Rivoluzione Culturale (CSRC), fondato nel 1980 dall’allora Guida suprema, l’Ayatollah Khomeini, con il compito di valutare l’islamizzazione di docenti e studenti nelle università. Anche questa struttura pone come condizione per l’accesso a studi universitari la fede islamica o in un’altra religione monoteista. Altre condizioni: “non avversare il regime della Repubblica Islamica” e “ non avere cattiva reputazione a causa di comportamenti immorali, corrotti o decadenti.

Ruolo fondamentale, naturalmente, quello del Ministero per la  scienza, la ricerca e la tecnologia (MSRT), il cui Comitato centrale di disciplina ha avuto, in molti casi, il compito di emettere le sentenze di espulsione dalle università. Dal 2009, anzi, il Comitato è l’unico autorizzato ad emettere sentenze di sospensione contro studenti “per più di due semestri“, o di costringere lo studente a cambiare università, o di “espellere gli studenti da tutte le università per una durata da 1 a 5 anni.

La lista continua con l’Università Islamica Azad (UIA) e con il Ministero della salute e dell’educazione medica (responsabile di epurazioni come il suo omologo MRST) e naturalmente con il Ministero dell’intelligence, che ha il compito di indagare sulla vita e sul passato degli studenti per ottenere le informazioni necessarie a sapere se essi possono proseguire la loro educazione universitaria. Ma il ruolo di questo ministero va in realtà oltre la semplice funzione informativa per le altre strutture: molti studenti sono stati convocati per subire interrogatori e minacce proprio da questo ministero e costretti a firmare documenti in cui dichiaravano che non sarebbero stati coinvolti in attività “illecite” durante il loro corso di studi.

Naturalmente fa la sua parte il sistema giudiziario iraniano. Anche in questo caso, non una semplice funzione inquirente e informativa, ma attiva e operativa: spesso il bando dall’istruzione universitaria viene aggiunto alle condanne contro gli studenti come pena aggiuntiva. Un esempio: il caso di Majid Tavakoli, studente dell’Università Amir Kabir (il politecnico di Teheran), che la sezione 15 del Tribunale rivoluzionario di Teheran ha condannato all’esclusione a vita da qualsiasi università iraniana.

Infine, i Comitati di Disciplina degli Studenti delle singole università, che anno un ruolo attivo sia nei casi di sospensione temporanea sia in quelli di espulsione definitiva dagli studi. Questi comitati possono condannare gli studenti a un massimo di due sospensioni temporanee dalla frequentazione dei corsi universitari. La reiterazione di queste condanne può portare lo studente all’espulsione.

NELLA SECONDA PARTE, il Rapporto elenca i tipi di violazioni subite dagli studenti. Studenti “segnalati”, sospesi, espulsi, studenti appartenenti a minoranze religiose e, naturalmente, donne a cui viene impedito di studiare all’università. Sono 768 i casi di studenti privati in vario modo del diritto all’educazione e 250 i casi di espulsione di studenti e docenti tra l’aprile 2005 e il marzo 2013. In realtà altri 650 casi di studenti sospesi o espulsi sono stati registrati, ma i loro nomi non vengono pubblicati nel rapporto, o per ragioni di sicurezza o perché quegli stessi studenti sono in attesa dei risultati del ricorso in appello.

Studenti segnalati. Nel 2007, nell’ambito di una nuova campagna intesa a intimidire gli studenti, dopo la pubblicazione dei test preliminari di accesso all’università, a molti studenti “segnalati” con una, due o tre stelle è stata vietata l’iscrizione. Una o due stelle significavano che gli studenti erano sotto stretto controllo e non potevano partecipare ad alcuna attività politica. Tre stelle comportavano il divieto di accedere all’università e di ottenere una laurea. Nel 2008 le regole sono cambiate e le autorità non hanno più permesso che i nomi e i risultati degli “studenti segnalati” venissero resi pubblici. Così nel 2009 questi studenti hanno ricevuto regolarmente i punteggi dei loro test preliminari di accesso, ma poi al momento di richiedere il risultato finale si sono visti respingere la domanda e, a causa di “incompletezza della documentazione”, non hanno potuto iscriversi.

Studenti sospesi ed espulsi. Secondo il rapporto, l’Università Allameh Tabatabaei e l’Università Amir Kabir sono quelle che hanno il più alto numero di sospensioni ed espulsioni. I due rettori di questi atenei, Sadreddin Shariati e Alireza Rahai, sono stretti alleati di  Mahmoud Ahmadinejad.

Minoranze religiose a cui viene vietata l’istruzione universitaria (il caso dei Baha’i). Ai cittadini di fede Baha’i è vietato frequentare le università iraniane. Prima del 2006 nessun membro della comunità Baha’i accedeva all’università a causa di una riga del modulo di registrazione in cui veniva esplicitamente chiesto di dichiarare il proprio credo religioso. Dopo il 2006 la domanda in questione è stata cancellata, e 800 Baha’i hanno partecipato all’esame nazionale; 480 hanno superato la prima prova e 289 sono stati ammessi all’università. Da allora, più della metà sono stati espulsi dopo che la loro fede Baha’i è stata scoperta.

Nell’anno accademico 2007-2008, 1000 studenti Baha’i hanno preso parte all’esame nazionale, e ad 800 di loro non è stato nemmeno consegnato il risultato finale, con la scusa di “documentazione incompleta”. Dei 200 che hanno ricevuto i risultati, 121 sono stati ammessi all’università, ma oltre 50 di loro sono stati successivamente espulsi.

Nell’anno accademico 2008-2009, sul sito Internet che annunciava i risultati, ogni partecipante che era stato precedentemente segnalato come Baha’i (nella scuola secondaria o altrove) aveva accanto al suo nome la scritta “documentazione incompleta” e nessuno ha potuto iscriversi all’università.

Sono circa 100 gli studenti Baha’i espulsi negli anni 2005-2012

Donne private del diritto all’istruzione universitaria. Dopo la Rivoluzione del 1979, molte sono state le limitazioni imposte alla partecipazione delle donne in vari settori delle attività sociali e culturali. Nonostante tutto le donne sono oltre la metà della popolazione universitaria iraniana. A partire dal 1980, alle studentesse è stato vietato di poter scegliere ben 91 delle 169 università iraniane. La maggior parte delle facoltà da cui erano escluse appartenevano al settore tecnico ed ingegneristico. Le restrizioni sono state abolite nel 1989, tuttavia di nuove ne sono state introdotte: nel 2005, sotto l’amministrazione Ahmadinejad, è stato introdotto il sistema delle quote per genere. Nel 2012-2013 le donne sono state completamente escluse da ben 14 programmi universitari. In altre 241, tra cui 92 di scienze, 47 di matematica e 53 di materie umanistiche, 12 di lingue straniere e 23 di belle arti, si sono verificate gravi restrizioni all’iscrizione delle donne.

Inoltre dal 1979 le donne sono discriminate quanto alla possibilità di usufruire di borse di studio per l’estero: possono usufruirne solo se sono sposate.

NELLA TERZA PARTE il Rapporto allega una serie di documenti e di elenchi di studenti segnalati, sospesi ed espulsi, per i quali vi rimandiamo al file pdf.  Basti qui ricordare che quegli elenchi includono molti degli studenti (o ex-studenti) che sono attualmente prigionieri politici in varie carceri iraniane: tra loro Majid Tavakoli, Bahareh Hedayat, Majid Dorri, Zia Nabavi, Shiva Nazar Ahari.

 

FONTE: PERSIAN2ENGLISH

Iran Human Rights Italia Onlus è la sezione italiana di Iran Human Rights(IHR), organizzazione non governativa, apartitica e politicamente indipendente che ha sede a Oslo ed è attiva dal 2007.

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