Arresti arbitrari, minacce alla famiglie dei giornalisti in esilio. La denuncia di Reporter Senza Frontiere | Iran Human Rights

Arresti arbitrari, minacce alla famiglie dei giornalisti in esilio. La denuncia di Reporter Senza Frontiere

Reporter Senza Frontiere

Reporter Senza Frontiere è seriamente preoccupata per la salute di Fariba Pajoh, una giornalista che ha lavorato con vari giornali riformisti e ha collaborato con Radio France Internationale. Arrestata il 9 luglio, è ora in isolamento nella sezione 209 del carcere di Evin controllata dal ministero dell’intelligence.

Le condizioni di salute di Pajoh si erano deteriorate quando aveva trascorso  120 giorni in isolamento dopo il suo primo arresto nel 2009. Dopo il suo rilascio, è stata sottoposta a cure mediche per più di un anno.

“Fariba Pajoh è stata nuovamente arrestata arbitrariamente, probabilmente su ordine di uno dei suoi ex carcerieri del ministero dell’intelligence e chiaramente senza alcun motivo giuridico” ha detto  l’avvocato dei diritti umani  Shirin Ebadi, che è stata insignita del Premio Nobel per la Pace nel 2003.

“Purtroppo, il sistema giudiziario iraniano non è indipendente”, Ebadi ha aggiunto. “I giudici e le corti fanno ciò che viene detto dai funzionari di intelligence. Questa situazione costituisce una grave minaccia per la libertà di informazione in Iran”.

I giornalisti, dissidenti e le loro famiglie sono spesso vittime di arresti arbitrari o altre forme di rappresaglia. Dall’inizio dell’anno, Reporter Senza frontiere ha registrato più di 70 casi di minacce rivolte a cittadini della rete e dei giornalisti in esilio che lavorano per i media di informazione all’estero.

I parenti dei cittadini considerati “sovversivi” sono regolarmente convocati per essere interrogati da funzionari del ministero dell’intelligence o sono sottoposti a vessazioni e intimidazioni attraverso messaggi o chiamate telefoniche.

Farzaneh Nouri, la madre di Farhad Nouri, giornalista del sito web Majzooban Nor, è stato condannata a due anni di carcere da un tribunale nella città sud-occidentale di Shiraz, soprattutto per le attività del figlio in esilio.

Arrestata a Shiraz il 10 settembre 2011 è stata rimessa in libertà provvisoria su cauzione di 50 milioni di toman (€ 5500) 21 giorni dopo. E’ stata interrogata principalmente sulle attività del figlio ed è stata ripetutamente molestata da funzionari del ministero dell’intelligence. Il figlio soffre di depressione nel suo paese d’esilio.

“Esortiamo la comunità internazionale e l’Unione europea, in particolare, a reagire e prendere le misure necessarie per proteggere i giornalisti minacciati o imprigionati, molti dei quali lavorano per i media statali nei paesi membri dell’UE” ha detto Reporters sans frontières.

“Prima di tutto, facciamo appello a Catherine Ashton, alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza, chiedendo di prendere una posizione ferma contro tali violazioni del diritto internazionale da parte del governo iraniano”.

Reporters sans frontières è venuta a conoscenza dell’arresto del documentarista Mohammad Cherghi – un ex giornalista della radio nazionale e della televisione e collaboratore di diversi siti di informazione- avvenuto 20 luglio, dopo essere stato convocato al ministero dell’intelligence.

Mohammad Cherghi era già stato convocato e interrogato più volte sulle sue attività durante le elezioni presidenziali di giugno. Non è noto dove sia detenuto.

Fonte: Reporter Senza Frontiere

Iran Human Rights Italia Onlus è la sezione italiana di Iran Human Rights(IHR), organizzazione non governativa, apartitica e politicamente indipendente che ha sede a Oslo ed è attiva dal 2007.

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