I Relatori speciali dell’ONU condannano le continue esecuzioni in Iran | Iran Human Rights

I Relatori speciali dell’ONU condannano le continue esecuzioni in Iran

Ahmed Shaheed, Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran

In un comunicato stampa pubblicato oggi i Relatori speciali delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran, sulle esecuzioni sommarie e sulla tortura hanno condannato la recente esecuzione di quattro membri della minoranza araba Ahwazi nella prigione Karoun di Ahwaz in Iran. Essi hanno anche fatto riferimento al carattere iniquo dei processi in Iran, e hanno affermato: “Ogni condanna a morte eseguita in contravvenzione degli obblighi internazionali equivale a un’esecuzione arbitraria”.

Iran Human Rights accoglie favorevolmente il comunicato dei Relatori speciali. Mahmood Amiry-Moghaddam, portavoce internazionale di IHR, ha detto: “Si tratta di un comunicato molto importante e speriamo che l’ONU e i paesi membri assumano misure concrete per fermare la macchina delle esecuzioni in Iran.


Il comunicato:

Ginevra (28 giugno 2012) – Tre Relatori speciali delle Nazioni Unite* – sull’Iran, sulle esecuzioni sommarie e sulla tortura – hanno condannato la recente esecuzione di quattro membri della minoranza araba Ahwazi nella prigione Karoun di Ahwaz nella Repubblica Islamica dell’Iran. In seguito a un processo che, secondo le notizie, è stato iniquo, essi sono stati condannati alla pena capitale e messi a morte il 19 giugno 2012.

“Data la mancanza di trasparenza nei procedimenti penali, grandi preoccupazioni rimangono sul giusto processo e sulla correttezza del giudizio in casi che implicano la pena di morte in Iran”, hanno detto i tre esperti indipendenti di diritti umani, ricordando l’esecuzione di Abdul Rahman Heidarian, Abbas Heidarian, Taha Heidarian e Ali Sharif. I quattro uomini, tre dei quali fratelli, secondo le notizie erano stati arrestati nell’aprile 2011 durante una protesta nel Khuzestan ed erano stati condannati per Moharebeh (guerra contro Dio) e per Fasad-fil Arz (corruzione sulla terra).

“Sotto il diritto internazionale, la pena di morte è la forma estrema di punizione che, se proprio deve essere usata, dovrebbe venire comminata solo per i reati più gravi,” essi hanno affermato. “Gli imputati, in casi implicanti la pena capitale, dovrebbero anche godere delle garanzie del giusto processo, secondo quanto stabilito dal Trattato internazionale su diritti civili e politici, ratificato dall’Iran nel 1975.”

“Ogni condanna a morte eseguita in contravvenzione di tali obblighi internazionali equivale a un’esecuzione arbitraria,” hanno sottolineato i tre Relatori speciali dell’ONU.

I tre esperti hanno anche notato con preoccupazione l’elevato numero di esecuzioni che hanno avuto luogo in pubblico, nonostante una circolare pubblicata nel gennaio 2008 dal capo della giustizia iraniana con la quale venivano proibite le esecuzioni in pubblico. Almeno 25 esecuzioni pubbliche hanno avuto luogo nel corso di questo anno.

“Le esecuzioni in pubblico accrescono la natura crudele, inumana e degradante della pena di morte e possono solo avere effetti disumanizzanti sulla vittima e effetti abbrutenti sui testimoni di queste esecuzioni”, hanno sottolineato gli esperti indipendenti.

I Relatori speciali si sono rammaricati che le autorità continuino ad applicare la pena di morte con allarmante frequenza, nonostante i numerosi appelli al governo della Repubblica islamica dell’Iran di stabilire una moratoria delle esecuzioni. Si ha notizia di almeno 140 esecuzioni che hanno avuto luogo dall’inizio del 2012, con alcune fonti che indicano un dato che potrebbe arrivare a 220. La maggior parte di esse sono per reati connessi al narcotraffico, che gli esperti non ritengono far parte dei “reati più gravi” come richiesto dal diritto internazionale.

Gli esperti indipendenti dell’ONU esortano le autorità iraniane a “sospendere immediatamente l’applicazione della pena capitale per reati che non facciano parte dei crimini più gravi, così come ad assicurare il rigoroso rispetto delle garanzie del giusto processo.”

 

(*) Il Relatore speciale sulla situazione dei diritti umani nella Repubblica Islamica dell’Iran, Ahmed Shaheed; il Relatore speciale sulle esecuzioni extragiudiziali, sommarie o arbitrarie, Christof Heyns; e il Relatore speciale sulla tortura e altri trattamenti o punizioni crudeli, disumane e degradanti, Juan E. Méndez.

Iran Human Rights Italia Onlus è la sezione italiana di Iran Human Rights(IHR), organizzazione non governativa, apartitica e politicamente indipendente che ha sede a Oslo ed è attiva dal 2007.

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