Crimini a Kahrizak, quarta udienza del processo contro Mortazavi e gli altri presunti responsabili | Iran Human Rights

Crimini a Kahrizak, quarta udienza del processo contro Mortazavi e gli altri presunti responsabili

L’ex procuratore capo di Teheran Saeed Mortazavi

In pochi credono che porterà a far luce sui fatti e a punire i veri colpevoli, ma intanto è giunto alla quarta udienza il processo contro i presunti responsabili dei crimini commessi nel carcere segreto di Kahrizak. Qui, tra giugno e luglio 2009 molti giovani arrestati durante le proteste post-elettorali furono rinchiusi in condizioni disumane e torturati, ciò che causò la morte di almeno 3 di loro: Mohsen Ruholamini, Mohammad Kamrani e Amir Javadifar. Lo scandalo esplose soprattutto a causa della morte del primo, figlio di un sostenitore di Mohsen Rezai, candidato del fronte conservatore alle elezioni e quindi appartenente ad una famiglia vicina al regime. Il che portò immediatamente la Guida suprema Ayatollah Khamenei a ordinare la chiusura di Kahrizak.

Mohammad Kamrani (a sinistra) e Mohsen Ruholamini (a destra)

Su quanto avvenne a Kahrizak Mehdi Karoubi (candidato di opposizione alle elezioni 2009) presentò un corposo dossier, mai preso in seria considerazione dalle autorità iraniane, che hanno tuttavia avviato un’inchiesta che ha portato sotto processo l’allora Procuratore capo di Teheran, Saeed Mortazavi (noto ai più come il “macellaio della stampa”, data la sua particolare inclinazione ad arrestare ed incriminare giornalisti). Il processo si sta svolgendo a porte chiuse e i giudici hanno vietato di diffondere notizie sulle udienze. Oltre a Mortazavi, sono imputati altri due esponenti della magistratura, tra cui Ali Akbar Heydarifar, assistente procuratore all’epoca dei fatti.

Stando a quello che è trapelato, nel corso della quarta udienza svoltasi il 29 aprile, hanno deposto come testimoni cinque membri dello staff giudiziario di allora. Ali Akbar Heydarifar avrebbe cominciato la sua difesa e, nonostante il divieto di parlare alla stampa del processo, ha detto ai giornalisti: “Tre testimoni sono stati presentati alla corte da Abdolhossein Ruholamini [padre di Mohsen Ruholamini, una delle tre vittime] e se sono anche sospettati di essere in qualche modo coinvolti nei reati contestati non dovrebbero essere autorizzati a testimoniare.”

Amir Javadifar. A sinistra, in un’immagine di tutti i giorni. A destra, nell’ultima foto che abbiamo di lui da vivo, in ospedale dopo essere stato violentemente percosso e torturato.

Da quasi 4 anni le famiglie dei giovani morti a Kahrizak aspettano giustizia. L’ex procuratore Mortazavi, sebbene rimosso dall’incarico nel 2009, ha continuato a godere del sostegno del governo Ahmadinejad, e si ignora persino quale sia il reato per il quale viene chiamato a rispondere nel processo (alcuni dicono per complicità in omicidio, altri sostengono che sia accusato di colpe più lievi). Heydarifar, che era al tempo il suo assistente, ha detto in tribunale che il suo superiore era in congedo quando i prigionieri furono arrestati, e ha insistito sul non coinvolgimento di Mortazavi nell’ordine di trasferirli a Kahrizak.

Fonte: Radio Zamaneh

 

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