Si avvicina il giorno del voto in Iran. Tra intimidazioni del regime e arresti in campagna elettorale | Iran Human Rights

Si avvicina il giorno del voto in Iran. Tra intimidazioni del regime e arresti in campagna elettorale

Quando mancano ormai pochi giorni alle elezioni presidenziali del 14 giugno, la campagna elettorale continua ad essere caratterizzata dall’atteggiamento intimidatorio del regime e dagli arresti di simpatizzanti e sostenitori dei due candidati moderati, il religioso Hassan Rouhani e il riformista Mohammad Reza Aref.

L’ex-presidente Khatami, per ora inascoltato, ha chiesto che i due candidati uniscano le loro forze in modo da convogliare verso un solo nome (presumibilmente Rouhani) i voti dei riformisti rimasti orfani di Hashemi Rafsanjani, escluso dal Consiglio dei Guardiani. Intanto nella giornata di domenica varie agenzie, tra cui quella semi-ufficiale Fars News (vicina alla Guardia Rivoluzionaria), hanno diffuso voci su una possibile riconsiderazione della candidatura di Rouhani da parte del Consiglio – che, lo ricordiamo, è l’organo costituzionale, non elettivo, formato da 12 giuristi religiosi, a cui spetta il compito di valutare la compatibilità dei candidati con la costituzione e le leggi islamiche, e che quindi sceglie quali sono i candidati che possono effettivamente partecipare alle elezioni e quali, invece, devono essere esclusi. Il Consiglio a maggio ha selezionato 8 candidati con alcune esclusioni eccellenti: oltre a quella di Rafsanjani, quella di Esfandiar Rahim Mashaei, delfino e pupillo (nonché consuocero) del presidente uscente Mahmood Ahmadinejad.

Le voci fatte circolare sulla possibile “squalifica” di Rouhani sono state oggi smentite con decisione dal portavoce del Consiglio dei Guardiani,  Abbas Ali Kadkhodaei, con una dichiarazione rilasciata all’agenzia di stato IRNA:  ”Sfortunatamente ci sono state false notizie – ha detto Kadkhodaei – di cui non siamo a conoscenza. Il problema di rivedere la qualifica dei candidati non è in discussione.” Insomma le diverse anime del regime e le due principali agenzie di stampa si smentiscono tra loro, e le voci sulla possibile cancellazione di Rouhani assumono, a posteriori, i connotati della “minaccia”, probabilmente fatta circolare con lo scopo di intimidire i sostenitori di Rouhani e di indebolire la sua campagna, che si è fatta di giorno in giorno più “scomoda” per le autorità.

Sta di fatto che la campagna elettorale volge ormai al termine (ieri uno degli 8 candidati, Gholam-Ali Haddad-Adel, si è fatto da parte invitando i cittadini a seguire fedelmente le indicazioni di voto della Guida suprema Khamenei) in un clima diventato sempre più pesante per i sostenitori di Rouhani e di Aref.

Nella giornata di domenica la polizia di Shiraz ha fatto irruzione nei quartieri generali di entrambi i candidati. Alcuni membri dei rispettivi staff sono stati convocati agli uffici del Ministero della sicurezza per interrogatori.

Il giorno prima, a Teheran, sono stati arrestati alcuni partecipanti alla campagna di Rouhani. Gli arresti hanno prima colpito alcune persone dello staff e poi altre che avevano protestato per quegli arresti. Le loro identità non sono ancora note, ma un nome è stato fatto dal sito Neday-e Sabz-e Azadi: quello di Amin Vatami, attivista del movimento studentesco che sarebbe stato anche picchiato prima di essere portato via dagli agenti.

Altri arresti, come già riportato da IHR Italia, avevano avuto luogo nel corso di un precedente raduno di Rouhani una settimana fa, mentre il 3 giugno, in seguito a una visita di Aref al Bazaar di Teheran, tre suoi sostenitori che avevano cominciato a cantare slogan erano stati arrestati. Il 2 giugno era toccato invece a Sayed Zia-eddin Reza Tofiqi, capo della campagna di Rafsanjani nella provincia di Kohgiluyeh e Boyer Ahmad, insieme ad altri tre membri dello stesso staff.

I raduni in sostegno di Rouhani e Aref sono stati spesso caratterizzati da alcune espressioni di folla tipiche del Movimento verde: slogan che chiedevano la liberazione dei prigionieri politici, inneggiando a Mir Hossein Mousavi e Mehdi Karoubi (candidati di opposizione alle elezioni del 2009 e attualmente agli arresti domiciliari), il canto “Yar-e Dabestani-e man” (l’inno del movimento studentesco iraniano), addirittura lo slogan “Marg bar diktator” (“morte al dittatore”).

 

Fonti: Radio Zamaneh 1 , Radio Zamaneh 2Radio Free Europe e Radio Liberty

Iran Human Rights Italia Onlus è la sezione italiana di Iran Human Rights(IHR), organizzazione non governativa, apartitica e politicamente indipendente che ha sede a Oslo ed è attiva dal 2007.

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