Avevamo fornito pochi giorni fa un elenco di nomi di prigionieri politici iraniani che, con le elezioni presidenziali in arrivo, sono stati richiamati in prigione mentre stavano usufruendo di periodi di congedo dal carcere. Tra gli altri i giornalisti Masoud Bastani, Bahman Ahmadi Amouee e Ahmad Zeidabadi, il blogger e attivista per i diritti umani Hossein Ronaghi Maleki, l’attivista del movimento studentesco Bahareh Hedayat. Ma la lista si è ulteriormente allungata.
In carcere sono tornati anche Hesmatollah Tabarzadi e Shiva Nazar Ahari. Quest’ultima, nota attivista per i diritti umani e già fondatrice del Committee of Human Rights Reporters, era stata già in permesso a marzo per il Nowruz (il capodanno persiano) ed era tornata nel carcere di Evin un mese dopo. Poi le era stato dato un nuovo congedo, peraltro da lei non richiesto, all’inizio di maggio, infine il 20 scorso è stata nuovamente riconvocata a Evin (Teheran), dove dal settembre 2012 sta scontando una condanna a 4 anni di detenzione per le accuse di “moharebeh” (guerra contro Dio), “propaganda contro il sistema” e “assemblea illegale con lo scopo di danneggiare la sicurezza nazionale”.
Quanto a Tabarzadi, giornalista e attivista politico, segretario generale del Fronte democratico Iran, aveva ottenuto un periodo di permesso dopo 3 anni di detenzione ininterrotta nel penitenziario di Rajai Shahr (a Karaj), ma è stato richiamato anche lui nei giorni scorsi. Tabarzadi, che sta scontando una pena a 9 anni di detenzione, dopo essere stato arrestato il 28 dicembre 2009 (all’indomani delle proteste dell’Ashura), ha già trascorso complessivamente circa 9 anni della sua vita in carcere.
Le nuove e pesanti misure restrittive nei confronti dei prigionieri di coscienza denota quale sia il clima nel quale l’Iran si sta avvicinando alle elezioni presidenziali del 14 giugno.
Fonti: HRANA (Human Rights Activists Nes Agency) e CHRR (Committee of Human Rights Reporters)