Il governo iraniano ha annunciato il blocco degli accessi ai siti di Google e Gmail, dopo aver ricevuto lamentele in merito al controverso film anti Islam “Innocence of Muslims”. Abdolsamad Khoramabi, il capo del comitato che decide quali siti web devono essere oscurati, ha dichiarato di aver agito su richiesta del popolo iraniano.
Test condotti in Iran da Reporter Senza Frontiere indicano che il blocco è in vigore in determinati luoghi, ma varia a seconda della provincia e del fornitore di servizi Internet. Dunque non tutti i cibernauti iraniani sono colpiti dal provvedimento. D’altra parte, stando a diverse testimonianze, alcuni VPN (network virtuali privati) usati per eludere la censura non sono più in funzione.
Nella Repubblica Islamica Youtube è stato bloccato fin dal giugno 2009, quando le autorità avevano voluto evitare la circolazione di foto e video delle proteste dopo la controversa rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad. In precedenza, Youtube era stato soggetto a blocchi mirati e filtraggi diffusi di video non graditi ai censori.
Il blocco di Gmail arriva in contemporanea con il lancio di un “Internet nazionale” gestito dal governo e di un servizio email statale con rigorosi metodi per la verifica dell’identità degli utenti.
Pertanto il reale obiettivo sembra essere quello di obbligare sempre più iraniani al passaggio al servizio web nazionale.
Attualmente tutti gli uffici governativi e le amministrazioni pubbliche del Paese sono connessi alla rete Internet nazionale, nota anche come “Halal Internet”, operativa dal 22 settembre.
Fonte: Reporter Senza Frontiere