Nelle ultime tre settimane, 44 prigionieri condannati per reati di droga sono stati messi a morte nella prigione Gehzelhesar, a Karaj. Iran Human Rights mette in guardia dalle esecuzioni di massa dei prigionieri di Gehzelhesar e si appella alla comunità internazionale per un’immediata reazione.
Le informazioni riportate da numerose fonti indipendenti indicano che 22 prigionieri del carcere Gehzelhesar, trasferiti in isolamento tra sabato e domenica, sono stati impiccati. Le esecuzioni, stando a quanto riportato, hanno avuto luogo la mattina del 25 maggio. IHR non esclude che alcune dei prigionieri siano stati messi a morte il giorno prima, domenica 24 maggio.
I 22 prigionieri sono stati trasferiti in isolamento in seguito ad una manifestazione dei detenuti dell’Unità 2, braccio della morte della prigione Gehezelhesar, svoltasi il 22 maggio. I prigionieri hanno portato il Corano e dei cartelloni scritti a mano per chiedere alla Guida Suprema, Ali Khamenei, di commutare la condanna a morte in ergastolo. La protesta, secondo quanto riferito, si è svolta pacificamente. Tuttavia, dopo la manifestazione, alcuni detenuti sono stati minacciati dai funzionari della prigione che sarebbero stati messi tutti messi a morte. Alcuni di loro sono stati impiccati ieri, 25 maggio.
Precedentemente, il 6 e il 21 maggio, sempre nella stessa prigione, si sono verificate altre due esecuzioni di massa. Ogni volta sono state impiccate 11 persone. Alcuni di questi prigionieri avevano preso parte, lo scorso anno, ad uno sciopero svoltosi nel carcere.
Nell’Unità 2 del carcere Gehzelhesar si trovano più di 2000 detenuti nel braccio della morte. Molti di questi sono stati condannati a morte per reati connessi alla droga.
Nessuna delle esecuzioni verificatesi a Gehzelhesar è stata annunciata da fonti ufficiali iraniane, ma IHR ha pubblicato nomi e foto di alcuni delle persone messe a morte.
Iran Human Rights condanna le esecuzioni di massa della prigione Gehzelhesar. ”La maggior parte di questi prigionieri è stata sottoposta a processi irregolari e le loro condanne a morte sono state emesse sulla base di confessioni estorte sotto tortura”, ha affermato il portavoce di IHR, Mahmood Amiry-Moghaddam. “Ci appelliamo alle Nazioni Unite e alla comunità internazionale – ha aggiunto – perché agiscano per fermare queste esecuzioni di massa”. “L’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine (UNODC), che collabora con le autorità iraniane nella lotta contro la droga, e i paesi che finanziano questa battaglia non possono non assumersi la responsabilità di queste esecuzioni illegali e arbitrarie. La comunità internazionale, ha concluso Amiry-Moghaddam- in particolare l’UNODC e i paesi finanziatori, devono intervenire prima che sia troppo tardi”.
Alcuni dei 22 prigionieri impiccati sono stati identificati come: Abbas Heydari, Abbas Ameri, karimbakhsh Bameri, Haj Ahmad Ebrahimi, Asghar Kooshki, Ahmad Rabiei, Ahmad Rabdoost e Seyed Mohamad Mirhosseini. IHR sta indagando per identificare anche gli altri.
Inoltre, altri nomi sono stati pubblicati dall’Agenzia stampa degli Attivisti per i Diritti Umani (HRANA): Nader Hajizadeh, Jahangir Shahozahi, Mehran Baluchzahi, Mehrshad Soleimani, Reza Daeizadeh e Ehsan Saghafi.
Dall’inizio del 2015, almeno 400 prigionieri sono stati messi a morte in Iran.
Fonte: Iran Human Rights